Morte e risurrezione: Ateyaba è tornato
Uno degli artisti più mistici e meno in vista del rap francofono, ma con un'aura tutta da scoprire.
Come un teatro, molti ambienti e settori si muovono grazie a persone misteriose, schive e fuori dalle luci della ribalta. Il dietro le quinte è dove tutto si forma, si dirige il palco e si decide che influenza avrà sul pubblico quello spettacolo. Ecco, anche nel rap francese c’è qualcuno che ha sempre agito nell’ombra, ma con un peso specifico in grado di influenzare il suo corso attuale.
Era dal lontano 2014, anno di uscita dell’album omonimo, che Ateyaba non si faceva sentire nella scena rap francese, tranne qualche piccola comparsa a sprazzi. Sparito dai radar, completamente. Poi, con un post su Instagram dello scorso 15 giugno, arriva il tanto atteso annuncio: esattamente un mese dopo sarebbe arrivato il suo nuovo album ufficiale, ‘La Vie En Violet’.
Ma facciamo un passo indietro: perchè, ad oggi, il rapper francese è considerato uno dei più influenti negli ultimi anni, nonostante i pochi progetti rilasciati?
Una carriera nell’ombra
La figura di Gilles Ateyaba Koffi Soler ha sempre suscitato un certo interesse negli ascoltatori ed addetti ai lavori. Precedentemente noto come Joke, il rapper ha sin da subito chiarito la sua figura da outsider, come personalità e come arte prodotta. Già dall’età di 10 anni, all’inizio dei primi anni ‘00 essendo un classe 1989, Ateyaba aveva ben chiaro quale sarebbe dovuta essere la sua strada e iniziò a pubblicare i primi progetti su MySpace. Da lì, una svolta fondamentale per la sua carriera.
Joke venne contattato da un grande nome del rap francese: un certo Teki Latex, figura di spicco del gruppo TTC e, tra l'altro, uno dei maggiori protagonisti del movimento rap alternativo degli anni 2000. Quei sound sporchi, aggressivi, frenetici e una capacità di interpretazione ritmica notevole catturarono l’attenzione. Il giovane Joke era già ampiamente sulla strada giusta.
Come scrive Tim Levaché in un articolo per RadioFrance, è tra il 2012 e il 2015 che, grazie ai suoi vari progetti musicali (Kyoto, Tokyo, Ateyaba e Delorean), il rapper francese ha impresso una forte impronta, in grado di essere influente ancora oggi.
Con percussioni fortemente influenzate dalla trap del sud degli Stati Uniti, un uso quasi sistematico di campioni soul degli anni '70, punchlines tanto esplicite quanto sconcertanti e una voce a metà strada tra l'arroganza e la nonchalance, il principe di Montpellier si è rapidamente affermato come uno dei talenti più accattivanti della scena rap francese dell'epoca.
Invertire le tendenze e definire un genere
Ascoltando ogni progetto di Ateyaba, ci si rende conto di un’artista che esprime un bisogno quasi fisiologico di rompere gli schemi. Immergersi in suoni distopici, in grado di dare forma a linee foniche mai lineari e, allo stesso tempo, di sottolineare la sua unicità tecnica. Nel 2015, il noto rapper italiano Guè Pequeno e accanito scopritore di nuove leve, pubblicò il suo disco ‘Vero’, e ci vide lungo: nella traccia ‘Tu Non Sai’, oltre al featuring dell’astro nascente Maruego (una scommessa che negli anni si è persa), volle anche Ateyaba.
“Lui è un A$AP Rocky francese, uno fashion come me", dirà Guè in un’intervista in merito al feat con il rapper di Montpellier. In pochi anni, la sua wave sperimentale, un po’ dal taglio elettronico e oscuro ha avuto un impatto sulla scena rap francese disruptive.
Difatti, i suoi progetti non hanno mai goduto di grande risonanza mediatica, in termini di ascolti e vendite (ciò è dovuto anche al suo rimandare costantemente i suoi progetti, senza fornire date d’uscita precise e lasciando spesso i suoi fan a bocca asciutta), ma sulla cultura in sè.
Senza ombra di dubbio, Ateyaba è tra i pochi nomi a poter dire di aver cambiato le carte del gioco e aver ispirato alcuni tra i rapper francesi moderni, tra cui Hamza, Oboy, Kekra, Laylow e Josman.
Alcuni accenni dell'influenza di Ateyaba su Laylow sembrano essere stati distillati in alcuni brani, in particolare in Médaille e nelle sue battute iniziali "Fashion villa j'suis sur la Playa, Ola Sapapaya", un doppio riferimento a Joke e ai suoi brani "Playa" e "Oyé Sapapaya". Ho cercato molte cose. Ho scavato dentro di me per saperne di più. Non seguo il calendario o le date, seguo solo il mio istinto e i messaggi che ricevo. Non tutti saranno in grado di capirlo, ma io seguo i messaggi che ricevo dall'alto.
Il 2023 segna l’anno della rinascita di Ateyaba?
Ho cercato molte cose. Ho scavato dentro di me per saperne di più. Non seguo il calendario o le date, seguo solo il mio istinto e i messaggi che ricevo. Non tutti saranno in grado di capirlo, ma io seguo i messaggi che ricevo dall'alto.
Ateyaba in un’intervista per Hypebeast France, nel 2019.
L’uscita di ‘La Vie En Violet’ del Pharaon francese ha stavolto ancora una volta i paradigmi della scena francofona, riportando il pubblico a riscoprire i suoi precedenti progetti con estrema curiosità (il suo album di debutto ‘Ateyaba’, uscito nel 2014, è stato certificato disco d’oro proprio qualche giorno fa, a distanza di nove anni). Ma prima di arrivare qui, il rapper ha attraversato fasi e anni travagliate, tra continui rimandi e rotture lavorative.
Dopo il successo del suo album d’esordio, Joke inizia la lavorazione del nuovo disco sotto Universal Music France, che si sarebbe dovuto intitolare ‘Ultraviolet’. Tutto sembra procedere per il meglio e l’uscita del singolo ‘Vision’, nel 2017, in collaborazione con Nike per il lancio del modello Vapormax, sembra consacrare definitivamente Ateyaba. Ma qualcosa va storto.
Dopo aver annunciato l'uscita dell'album il 24 novembre e un tour in tutta la Francia, Joke ha fatto marcia indietro. In un post su Instagram annunciò che avrebbe posticipato l'uscita di Ultraviolet al 2018. Alla Universal si è scatenato l'inferno. Oumardinho, il suo manager emblematico, l'uomo che lo ha lanciato 5 anni fa con la sua etichetta Golden Eye Music, ha deciso di non lavorare più con l'artista di Montpellier.
Nel 2021, Ateyaba pubblica il mixtape Infinigga, che include la maggior parte dei brani che avrebbero dovuto essere presenti in Ultraviolet, per poi arrivare all’annuncio improvviso per l’uscita de LVEV lo scorso luglio.
Le motivazioni esatte di questa divisione con il suo manager non si conoscono, ma è possibile pensare che Ateyaba sia un’artista difficile da racchiudere sotto scadenze e direzioni artistiche precise. La sua carriera frammentata lo dimostra, ma forse è proprio questo il suo punto di forza: sentirsi libero di agire come e quando preferisce.
La sua personalità si lega molto ad un concetto di spiritualità, dove lui si ritrova in un flow che lo segue ai suoi ritmi. Ciò che lo attrae è ciò che lo rende vivo, senza costrizioni e per accontentare la platea.
La nuova direzione di Ateyaba
Il disco è concepito seguendo una scia di suoni ‘nostalgici’, melodici e ambientali, che ricordano un’estetica Y2K ben precisa. ll suo primo singolo, Shenron, è accompagnato dalla produzione del beatmaker canadese Freakey!, attraverso un mix idilliaco di sintetizzatori frenetici e suoni di sciabole che si mescolano al rimbalzo della 808 e al ritornello disinvolto di Ateyaba.
Perchè è proprio la disinvoltura e un approccio meno aggressivo che definisce LVEV nella sua totalità. Ascoltandolo dall’inizio alla fine, più di una volta, si percepisce l’omogeneità che avvolge il disco e come lo stesso rapper francese voglia iniziare una nuova fase della sua carriera. La recensione del disco, da parte del portale francese Goûte Mes Disques, si domanda se è questa davvero la nuova via intrapresa da Ateyaba.
All'epoca del suo primo album, Ateyaba si vedeva come il Jay-Z di MTV Unplugged: capace di unire i fan del rap standardizzato, materialista e vanesio con quelli del rap più organico, musicale e poetico. Ora che questo scisma è stato superato, cosa sta cercando di diventare Ateyaba in La vie en Violet?
Nell'album, Ateyaba privilegia i flussi melodiosi e svettanti rispetto a quelli rappati. Spesso si attiene a un unico flow in un brano (ad esempio ‘228’, ‘Aureole’, ‘Majestic’). Infatti, l'album, è stato in parte mixato e masterizzato dall'artista stesso e dal leggendario Anthony Kilhoffer (ingegnere del suono negli album di Kanye West e Travis Scott), che ha contribuito a confezionare un disco di spessore.
Quasi direttamente presi da un videogioco giapponese, i suoni alternano momenti in cui il livello inizia a salire di difficoltà ed è necessario cambiare marcia (‘Pokeball’), e altri dove ci si ritrova a passeggiare in solitudine, alla ricerca della prossima destinazione da raggiungere (‘Soler’ e ‘Angelique’). Su Ankh Nega, Serafim e Starlight Koffi (pseudonimo di beatmaker di Ateyaba) creano una ballata delicata, pur conservando un aspetto grezzo con bassi 808 e una chitarra elettrica satura.
"Non mi conosci molto bene, quindi stai dicendo che nessuno è perfetto, i rapper francesi fanno schifo sotto molti punti di vista" - ‘Angélique’
Insomma, Ateyaba sembra avere le idee chiare sul suo futuro. E chi lo ascolta spera che questa scia produttiva continui a lungo.